Nuove Prospettive di Risanamento Aziendale: Come la Composizione Negoziazione della Crisi può Salvare la tua Impresa in Difficoltà

Nuove Prospettive di Risanamento Aziendale: Come la Composizione Negoziazione della Crisi può Salvare la tua Impresa in Difficoltà

 L'espressione "ragionevole perseguibilità del risanamento dell'impresa", delineata dall'articolo 12 del Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza (CCII), si applica sia alle strategie che prevedono la continuità operativa diretta o indiretta dell'azienda, sia a quelle che propongono un piano liquidatorio che non sia meramente strumentale o dilatorio

 Il concetto di Composizione Negoziazione della Crisi (CNC) è quindi versatile e applicabile a qualsiasi livello di severità della crisi aziendale, permettendo l'adozione di soluzioni flessibili come la continuazione, totale o parziale, delle attività o la liquidazione controllata degli asset, mirando alla massimizzazione dei ricavi per soddisfare i creditori e facilitare la ristrutturazione del debito.

 La recente sentenza n. 299 del 18 luglio 2024 del Tribunale di Perugia ha messo un punto fermo su questi principi. 

 La decisione è intervenuta incidentalmente a margine di una richiesta di conferma delle misure protettive, superando precedenti interpretazioni giurisprudenziali contrarie. 

 In particolare, il giudice ha sottolineato che un piano di risanamento deve considerare la riduzione del debito anche attraverso la vendita di asset significativi come immobili, impianti e partecipazioni, valutando una percentuale di debito che potrebbe essere ragionevolmente eliminata attraverso un accordo negoziato.

 Importante è l'enfasi sul fatto che anche le imprese in stato di liquidazione, o quelle che presentano un piano liquidatorio, non sono escluse a priori dall'accesso alla CNC. Se il valore degli asset da liquidare, insieme ad altri attivi disponibili, permette di elaborare un piano che i creditori possano considerare accettabile, o quantomeno un punto di partenza ragionevole per una trattativa, non vi dovrebbero essere ostacoli alla negoziazione o alla conferma delle misure protettive.

 Il Tribunale ha anche messo in guardia contro l'uso strumentale della CNC per fini dilatori, sottolineando che una situazione di liquidazione volontaria protratta e un valore limitato degli asset proposti possono essere indizi di un tentativo abusivo di sfruttare l'istituto, richiedendo un esame accurato di tutte le circostanze rilevanti per determinare se l'impiego della CNC sia legittimo o sostanzialmente abusivo.

  In conclusione, la sentenza evidenzia come la proposta costituisca una sorta di base su cui sviluppare la trattativa, piuttosto che il preconfezionamento di un accordo chiuso e che questa potrà trovare effettiva esplicazione solo se accompagnata dagli accordi con i creditori sul quantum, ribadendo in sostanza la finalità eminentemente relazionale dello strumento che, non a caso, prende il nome di Composizione NEGOZIATA della crisi. 
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